- c'è stata un'ampia discussione sulla didattica. L'università sta valutando eventuali futuri cambiamenti. Aggiornamenti seguiranno nei mesi successivi;
- novità sul fronte internazionale sono in arrivo: da nuovi campus abroad alla predisposizione di nuovi accordi internazionali. Il tutto verrà presentato agli studenti nell'international Week.
- questione stampe a pagamento: ho effettuato delle proposte che il Consiglio valuterà. Attendo una risposta dal Dean.
Trovate le proposte nel dettaglio sul gruppo facebook "Con Carlo al consiglio di Scuola Graduate" oppuresu questo blog. Sviluppi seguiranno nel corso della settimana.
Eccovi la relazione che ho sottoposto all'attenzione del CONSIGLIO:
Gentile Direttore, Gentili Prof.,
la seguente relazione tocca vari argomenti e prende spunto da un questionario direttamente sottoposto agli studenti in data 8.10.09. Il questionario, che non ha la presunzione di rappresentare il punto di vista dei Bocconiani, vuole invece offrire un’occasione di riflessione su alcune tematiche che a noi studenti stanno molto a cuore e che pure sembrano essere poco percepiti dai diversi organi dell’università.
L’iniziativa nasce in seguito alla comunicazione, ricevuta tramite Agenda You@B, dell’imminente passaggio da un sistema che prevedeva per ogni studente 20 stampe gratuite al giorno ad un sistema che invece prevede stampe illimitate, ma al costo di 0.02 €/c per pagina. La notizia non ci ha colto di sorpresa. Sapevamo, a seguito di un incontro del Consigliere Delegato con i Rappresentanti svoltosi tempo fa, questo sarebbe avvenuto. Le proposte in merito sarebbero molteplici. Preso atto però della mancanza di volontà della nostra università di fornire un servizio informatico non d’avanguardia, ma almeno di livello decente, - pensate davvero di meritare i primi posti delle classifiche internazionali quando c’è a disposizione un PC ogni 200 studenti?- abbiamo capito che erano altri i punti su cui intervenire. Ci siamo interrogati sull’origine del problema e l’abbiamo trovata nella quantità di materiale didattico non cartaceo che viene fornito da buona parte dei docenti. Potevamo facilmente svolgere un controllo sul sito dell’università per ricavarne una cifra precisa del numero di pagine che agli studenti è richiesto studiare per gli esami – si noti che il termine pagine qui va inteso come quantità di materiale didattico non cartaceo, senza alcun riferimento al carico di studi -, abbiamo però preferito cercare di capire quale fosse la percezione degli studenti. Il campione è di 50 studenti, a cui sono state rivolte le seguenti domande (a fianco trovate il perché di ogni domanda):
• Hai un PC? – si è cercato di capire quanti studenti potessero in teoria studiare il materiale non cartaceo senza stamparlo;
• Per peso e dimensioni, puoi facilmente trasportare il tuo PC in università? – essendo la Bocconi caratterizzata da un alto tasso di frequenza, si voleva capire quanti di questi studenti potessero effettivamente studiare in università con il loro PC;
• Hai una stampante? – questa domanda era volta a capire quanti studenti potessero stampare da se il materiale;
• Quale percentuale del tuo materiale didattico è composto da slides, paper, ecc.? – con questa domanda si è cercato di mettere in evidenza il peso che ha il materiale non cartaceo nella preparazione degli esami;
• Quando ti è stato fornito il materiale? – questa domanda voleva invece cogliere un aspetto meno immediato: la programmabilità dello studio e la possibilità di risparmiare il tempo connesso a ricerca, download ed eventuale stampa del materiale;
• In media, quante pagine stampi al giorno? – con questa domanda si è cercato di capire quanto uso fanno effettivamente gli studenti delle stampe;
• Quanto pensi di spendere questo semestre in stampe (nota: le stampe in Bocconi si pagano)? – questa domanda voleva cogliere il peso economico che il materiale non cartaceo ha sul bilancio degli studenti;
• Quanto tempo impieghi ogni settimana per stampare? – si è voluto comprendere quanto tempo fosse impiegato dagli studenti per stampare: la comparazione tra risposte individuali, che non è evidenziata tramite grafico, vuole evidenziare le differenti scelte individuali.
Le stesse domande sono state poste anche a studenti delle altre scuole. Ritengo opportuno soffermarmi però solo sui risultati degli studenti della Scuola Graduate.
Come facilmente prevedibile, la quasi totalità degli studenti ha risposto di possedere un PC. Differentemente, circa il 15% di questi ha però risposto di non essere nelle condizioni di portare il suo PC in università.Ciò comporta che alcuni studenti potrebbero essere indotti, per questioni contingenti, a studiare da soli a casa oppure stampare il materiale.
Tralasciando la domanda sulla quantità di studenti che posseggono una stampante, preferisco soffermarmi prima sul resto. Quasi il 90% degli studenti studia prevalentemente (50% o più) su materiale non cartaceo. Questo vuol dire che per molti di loro la questione della stampa sia rilevante.
A questo punto l’analisi si concentra necessariamente su due filoni: quanta parte di questo materiale viene stampato? Quanto influisce la decisione di stampa sull’organizzazione del tempo dello studente? Quanto questo influisce sul suo portafogli?
Possiamo rispondere alla prima domanda guardando i risultati del quesito in merito alle pagine stampate per giorno. I dati evidenziano che, in generale, si va dallo studente che stampa circa 120 pagine a semestre a quello che ne stampa fino a 2000. Confrontando queste percentuali con le risposte precedenti, è possibile presumere che gli studenti decidano di stampare una parte del loro materiale più o meno consistente. È facile presupporre che la decisione di stampa dipenda molto anche dalle tempistiche con cui è fornito il materiale, e che queste condizionino anche il tempo speso per la stampa del corso del semestre. La domanda contiene una sorta di forzatura implicita nella risposta. Sappiamo infatti che spesso il materiale viene fornito e a inizio semestre, e dopo ogni lezione. Si è voluto però cogliere più l’effetto di tale scelta dei professori sul tempo perso dagli studenti che l’effettiva tempistica. Da ciò infatti emerge che quasi il 90% degli studenti ricevono il materiale a seguito di ogni lezione, trattandosi probabilmente di slides. Questo influisce notevolmente e sul tempo perso e sull’organizzazione dello studio. Infatti, forse proprio per la situazione che si riscontra nelle aule informatiche, l’80% degli studenti dichiara di passare più di un’ora a settimana a stampare il materiale didattico.
Quanto costa agli studenti stampare il materiale? Se consideriamo che spesso non sono l’unico materiale di studio ( i libri di testo costano mediamente circa 40€) e che solo una parte di esso viene stampato, una cifra considerevole. Il 20% dichiara addirittura di spendere più di 60 euro a semestre. Il dato in se deve necessariamente essere accostato ad altri numeri ben più consistenti:
• Ben più della metà degli studenti è fuori sede: su di loro ricade già un consistente costo in termini di affitto e vita.
• Il sistema Bocconi di assistenza allo studio per reddito non è molto sviluppato alla specialistica e copre una fetta limitata di studenti, per lo più con gli esoneri parziali.
• Il costo si aggiunge ai normali costi di cancelleria. Se la Bocconi tenesse a questo aspetto, interverrebbe in primo luogo sull’EGEA per imporre un livellamento dei prezzi.
• La biblioteca possiede al massimo due copie dei libri di testo disponibili per consultazione. Il che comporta l’impossibilità per uno studente di studiare senza acquistare il libro.
• Si pensa davvero che con 10 PC in biblioteca si possa far fronte al fabbisogno degli studenti che necessitano di consultare il materiale online?
Cerchiamo infine di capire come si combinino tutti questi effetti. Alla domanda sul possesso della stampante, la metà degli studenti risponde positivamente. Non sembra azzardato allora supporre che chi riesce a contenere ragionevolmente costo e tempo delle stampe sono coloro i quali che possiedono una stampante. Non riesco allora a capire come la nostra università si proponga di essere tra le migliori, se lascia che differenze economiche, sociali o semplicemente di provenienza influenzino la possibilità di uno studente di dedicarsi serenamente all’apprendimento.
Avendo la possibilità di consultare direttamente gli studenti, abbiamo pensato di porgere loro anche alcune domande sull’organizzazione dell’attività didattica e sulle modalità di svolgimento degli esami di profitto. Le domande che abbiamo posto sono le seguenti:
• Ti piace il nuovo calendario accademico? – si è voluto capire se gli studenti apprezzassero un calendario più compatto e a ritmi più serrati;
• Trovi che i tuoi orari di lezione siano ben distribuiti? – avendo evidenziato nel precedente Consiglio la necessità di provvedere ad una migliore distribuzione degli orari, questa domanda prova a comprendere quali siano le effettive esigenze degli studenti;
• Avere pochi appelli d’esame di rende più nervoso o più concentrato? – la domanda prova a riproporre la questione degli appelli d’esame da un differente punto di vista;
• Rendi meglio con gli esami a risposta multipla o con domande aperte? – la domanda prova a comprendere la tipologia di esami che gli studenti preferiscono.
I risultati mostrano quanto segue.È stato tutto sommato ben accettato dagli studenti il nuovo calendario accademico. C’è una forte componente negativa, ma è da supporre che ciò sia ricollegato al taglio di una settimana per le prove intermedie. Quasi il 60% degli studenti ritiene invece che il proprio orario non sia ben distribuito. Ciò ha varie ragioni: troppe lezioni o troppo poche nello stesso giorno, orari distribuiti male nel corso della giornata, lezioni accavallate o poste in edifici diversi, troppo poco tempo per la pausa pranzo (che considerando lo stato delle mense Bocconi aprirebbe un nuovo capitolo. Meglio non parlarne). Il dato che emerge forte è invece collegato agli esami: 3 soli appelli e il salto di sessione costituiscono un handicap importante. Ciò risulta nella minore serenità di studio. L’80% degli studenti subisce infatti la pressione e finisce con l’essere più nervoso. Se l’università non vuole considerare le precedenti richieste, dovrebbe almeno riflettere su questa.Un ultimo appunto sulla modalità d’esame. Sappiamo che il dibattito tra americanisti ed italianisti è forte. Gli studenti invece hanno scelto: il 70% di loro preferisce esami con domanda a risposta aperta.
Carlo Di Maio
Rappresentante degli studenti presso il Consiglio di Scuola Superiore Universitaria
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